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Campionati Mondiali di corsa in montagna: venerdi e sabato l’Italia a caccia di medaglie in Argentina


Conto alla rovescia per i Campionati Mondiali di corsa in montagna in Argentina, a Villa La Angostura, con 24 azzurri in gara e un doppio appuntamento: venerdì 15 novembre nella versione classica, che stavolta prevede il format di salita e discesa, mentre sabato 16 novembre in Patagonia sarà il turno delle lunghe distanze. Un’edizione storica della rassegna iridata, ricca di novità: è la prima volta che si disputano nello stesso weekend i due eventi, finora mai in Sudamerica e mai così avanti nella stagione. L’Italia punta ancora al podio con la squadra senior maschile dopo l’argento degli ultimi tre anni, guidata dal trentino Cesare Maestri, campione tricolore in carica, e dal valdostano Xavier Chevrier, rientrato in estate con l’entusiasmante bronzo agli Europei di Zermatt dove invece ha conquistato il titolo la formazione femminile, grazie a una splendida prova corale, che qui si presenta ulteriormente rinnovata. Da seguire a livello giovanile soprattutto la trentina Angela Mattevi, oro e argento continentale juniores nel biennio, ma anche vicecampionessa mondiale under 20 con il team che nel 2019 ha vinto l’Europeo. Poi le lunghe distanze, sui sentieri della K42 Adventure Marathon, per continuare la striscia vincente: infatti gli azzurri da quattro edizioni sono i padroni del titolo maschile individuale. In gara il campione mondiale in carica, il bresciano Alessandro Rambaldini che aveva trionfato anche nel 2016, e quello di due anni fa, il comasco Francesco Puppi. Al femminile di nuovo annunciata la veneziana Silvia Rampazzo, bronzo iridato nella passata stagione e oro nel 2017. Rispetto alle convocazioni mancherà all’appello Barbara Bani, rimasta in Italia a causa di un infortunio. Sempre più globale il movimento della corsa sui sentieri: iscritti 426 atleti provenienti da 38 nazioni nella prima edizione con il supporto della Iaaf nel nome dell’evento, preludio al lancio del Mondiale unico di montagna e trail, previsto tra due anni.

CLASSIC UOMINI – Si corre su un tracciato di 14 km, che propone 754 metri di dislivello. L’azzurro più forma è con ogni probabilità Cesare Maestri (Atl. Valli Bergamasche Leffe) che ieri in Argentina ha compiuto 26 anni e proverà a regalarsi una gara da primo attore. Sul podio internazionale già nel 2018, con l’argento europeo nel giorno dell’inedita tripletta azzurra, l’ingegnere trentino si è piazzato quinto a Zermatt dopo una primavera difficile. Poi in questa seconda parte di stagione ha dato segnali di ulteriore crescita: dal titolo italiano di specialità alle buone prove nelle gare su strada al Giro al Sas di Trento e a Rovereto, fino al miglior crono assoluto a Morbegno nella staffetta del Trofeo Vanoni. Ma il compagno di club Xavier Chevrier (Atl. Valli Bergamasche Leffe) rappresenta un’altra carta importante da giocare, bronzo continentale al ritorno da un lungo stop. Di recente il 29enne valdostano è stato settimo e primo degli europei in una delle più antiche gare su strada, la Morat-Friburgo su percorso ondulato di 17,2 km, in Svizzera. Nell’ottica del risultato collettivo, sarà poi fondamentale il rendimento dei due bergamaschi dell’Atletica Valle Brembana: “comeback” in azzurro del 31enne Alex Baldaccini, che nel 2017 ha vinto la Coppa del Mondo ed è l’unico innesto nella squadra d’argento all’Europeo, affiancato dal più giovane Nadir Cavagna, classe ’95, dodicesimo l’anno scorso. È il primo Mondiale da oltre un decennio senza nessuno dei due gemelli Bernard e Martin Dematteis, entrambi non al meglio della condizione, protagonisti tra l’altro dell’oro a squadre nel 2015. L’ultimo successo individuale di un azzurro risale invece al 2007, il quinto sigillo di Marco De Gasperi. Negli ultimi sei anni ha quasi sempre regnato l’Uganda: però stavolta è in dubbio, come il Kenya, per possibili problemi legati al visto di ingresso. In caso di assenza, dopo l’epocale egemonia dell’anno scorso (8 ori africani su 8 in palio, compreso quello senior di Robert Chemonges) il pronostico sarebbe molto più aperto: tra i favoriti lo statunitense Joe Gray, campione nella controversa edizione del 2016 e poi due volte quarto, con i britannici Jacob Adkin, imbattibile alla rassegna continentale, e Andrew Douglas, primo nella World Cup. Ma attenzione anche al team francese, con l’argento mondiale di trail Julien Rancon, e agli scenari nuovi per la presenza di diverse squadre del continente americano, a cominciare da quella messicana.

CLASSIC DONNE – Al via da campionesse europee le azzurre. A quattro mesi di distanza, potranno contare ancora su Elisa Sortini che ha trascinato il gruppo nell’elvetica Zermatt, con il notevole quinto posto individuale. La 35enne dell’Atletica Alta Valtellina si è rivelata la migliore delle italiane anche nel 2018 a Canillo, nel Principato di Andorra, dove ha chiuso dodicesima al suo debutto mondiale. Nella seconda prova tricolore di Arco, a fine settembre, è arrivata però alle spalle della bellunese Gaia Colli (Atl. Valle Brembana), classe ’99, chiamata ora all’esordio in maglia azzurra tra le “grandi”. Dopo la maternità, rientra in Nazionale assoluta la valtellinese Alice Gaggi (La Recastello Radici Group), iridata nel 2013. E poi un’altra che, come la Sortini, è salita quest’anno in cima al podio continentale, Alessia Scaini (Atl. Saluzzo): la ventenne piemontese ha avuto un ruolo determinante agli Europei, decima da matricola. Metà della squadra selezionata dal responsabile tecnico per la corsa in montagna Paolo Germanetto è dunque composta da atlete che l’anno scorso ai Mondiali hanno agguantato l’argento under 20, Colli e Scaini, promosse subito al piano superiore in questa fase di ricambio generazionale. Out invece per l’ennesimo contrattempo fisico Valentina Belotti, pedina basilare in terra svizzera. Se sarà presente, la keniana Lucy Wambui Murigi potrebbe ambire alla tripletta. Agguerrite le britanniche con Sarah Tunstall, quest’anno prima in due prove in Coppa del Mondo (Grossglockner e poi la tappa altoatesina della Südtirol Drei Zinnen Alpine Run), insieme a due connazionali ormai di stanza in Italia: Emmie Collinge (Atl. Alta Valtellina) e Heidi Davies (Us Malonno). Nel lotto delle principali candidate anche l’irlandese Sarah McCormack, che ha sollevato il trofeo di cristallo, le francesi con il bronzo europeo Christel Dewalle ed Elise Poncet, ma anche la statunitense Grayson Murphy, dominatrice dei Trials.

UNDER 20 – Se tra i senior la formazione azzurra più competitiva sembra quella maschile, in campo giovanile la maggiore attesa è al femminile: in queste due classifiche, nell’ultima edizione, l’Italia ha vinto altrettanti argenti. Quinta un anno fa, Angela Mattevi tenta un nuovo assalto alle posizioni di vertice. La quasi 19enne dell’Atletica Valle di Cembra intanto si è presa due medaglie, con la conferma del titolo europeo per team e il secondo posto individuale dietro la ceca Barbora Havlickova, che alle Olimpiadi invernali ha gareggiato nello sci di fondo: in Patagonia argentina si ripete il confronto. Torna la piemontese Anna Arnaudo (Dragonero), dopo aver fatto parte della squadra che nel 2018 conquistò il primo successo continentale di sempre in questa fascia di età. La cuneese è arrivata alle spalle della trentina a Canelli, nei campionati italiani dei 10 km su strada, e anche alla Castle Mountain Running di Arco. Per entrambe, dalla pista al cross passando attraverso la montagna: rispettivamente settima nei 5000 e decima nei 3000 agli Europei U20 di Boras, poi nel mirino potrebbero avere quelli di cross a Lisbona, tra una ventina di giorni. L’oro di Zermatt brilla anche al collo di Elisa Pastorelli (Atl. Lecco Colombo Costruzioni), tricolore al primo anno di categoria, e con lei si è guadagnata la convocazione un’altra piemontese, l’ossolana Giovanna Selva (Sport Project Vco). A proposito di campestre: l’argento europeo juniores della corsa in montagna Alain Cavagna ha preferito dedicarsi all’attività sui prati (anche se con sorte avversa domenica al Carsolina Cross, dove si è ritirato per un contatto in partenza) mentre il vicecampione italiano Alessandro Rossi è in ripresa dall’infortunio. Spazio quindi al bresciano Luca Merli (Valchiese), a due ragazzi del 2001 come il piemontese Giacomo Bruno (Atl. Pinerolo) e Marco Zoldan (Atl. Rodengo Saiano Mico) che fino all’anno scorso si divertiva nella mountain bike ma ha dimostrato di essere competitivo anche nella campestre con il sesto posto alla Festa del Cross, e infine a un 17enne, Massimiliano Berti (Valchiese), tricolore allievi della montagna e nei 10 km di corsa su strada. Uno dei maggiori candidati al successo è il britannico Joseph Dugdale, oro europeo. Da percorrere 6,63 km con 393 metri di dislivello positivo e 475 al negativo.

LUNGHE DISTANZE – In gara gli ultimi due campioni del mondo “long distance”, entrambi azzurri. Francesco Puppi ha vinto nel 2017 a Premana dove andò in scena un doppio appuntamento iridato, ma in due weekend consecutivi, e anche stavolta il 27enne comasco dell’Atletica Valle Brembana parte con tutte le carte in regola per ben figurare. A difendere il titolo è invece il bresciano Alessandro Rambaldini (Atl. Valli Bergamasche Leffe) che l’anno scorso a Karpacz, in Polonia, è riuscito a bissare l’oro del 2016. Ha dato prova di solidità in questo format il veneto Luca Cagnati (Atl. Valli Bergamasche Leffe), sesto nel 2017, che sarà al via insieme al campione italiano di trail corto Fabio Ruga (La Recastello Radici Group), azzurro in questa manifestazione nel 2016, e al 24enne varesino Gabriele Bacchion (Tornado), talento emergente. Cinque gli uomini dell’Italia per il Mondiale delle lunghe distanze, tre invece le donne, il numero minimo per fare classifica di squadra. La veneziana Silvia Rampazzo (Tornado) è salita sul podio nelle occasioni più recenti: oro a Premana e bronzo nel 2018, mentre ai Mondiali di trail si è piazzata terza nel 2017 e quest’anno quinta, in una stagione contraddistinta anche dal terzo posto alla Sierre-Zinal con il miglior crono di sempre per un’italiana sui 31 km del percorso. E conosce la gara argentina, per aver vinto la K42 due anni fa. Esordio per due piemontesi: la non ancora 23enne astigiana Francesca Ghelfi (Podistica Valle Varaita), che ha fatto vedere le sue potenzialità con la brillante gara di Arco da secondo posto nella classifica finale tricolore, e Chiara Giovando (Atl. Monterosa Fogu Arnad), che a 40 anni è matricola in azzurro. Niente da fare invece per la bresciana Barbara Bani (Freezone), costretta ai box da un problema muscolare. Il menu è di 41,5 km da correre con 2184 metri di dislivello. In prima fila il britannico iridato di trail Jonathan Albon, celebre anche per le sue vittorie nell’“obstacle course racing”. Gli Stati Uniti si affidano all’ultrarunner Jim Walmsley, che detiene la migliore prestazione mondiale delle 50 miglia, insieme a Hayden Hawks, quarto al Mondiale classic nel 2016, ma tra gli iscritti c’è Joe Gray che quindi potrebbe doppiare. Al femminile la svizzera Maude Mathys, tre volte campionessa europea, ha optato per la gara lunga e va in caccia anche del titolo a squadre con le connazionali Judith Wyder e Simone Troxler. Ma dovranno guardarsi dalla romena Denisa Dragomir, dalla francese Blandine L’Hirondel, oro ai Mondiali di trail, e debutta la Spagna di Sheila Aviles e Azara Garcia, terza e quarta in quella rassegna davanti alla Rampazzo. Attesa inoltre la tedesca Laura Dahlmeier,la fuoriclasse del biathlon, che a 25 anni si è ritirata dall’attività sulla neve dopo due ori olimpici e sette iridati. Per divertimento ha scelto questa nuova sfida.

PERCORSI E PROGRAMMA – Quattro gare nella prima giornata, venerdì 15 novembre: alle 9.45 ora locale (13.45 in Italia) start per gli U20 uomini, alle 14.15 italiane le donne, seguite dalle due prove senior, maschile (15.45) e femminile (16.15). Sabato, alle 12.40 ora italiana, scatterà la sfida sulle lunghe distanze. Per i senior, partenza e arrivo in Plaza de los Pioneros con un tratto scorrevole di 3 km all’inizio (che non sarà nel percorso degli juniores) e anche alla fine. Tra le caratteristiche c’è l’attraversamento di un fiume, mentre la prima parte della discesa più tecnica sarà affrontata solo dagli under 20. Nella gara “long” il punto più alto, sul Cerro Bayo, potrebbe essere innevato. Un primo gruppo di azzurri è arrivato in Argentina nella scorsa settimana, mentre gli altri lunedì, accolti dal clima primaverile dell’emisfero sud. Le previsioni meteo annunciano però la pioggia venerdì, meno probabile sabato.

VERSO IL 2021 – L’evento avrà per la prima volta il supporto della Iaaf nel nome della manifestazione ed è l’edizione numero 35 per il Mondiale della montagna, la quindicesima sulle lunghe distanze, nell’ambito della K42 Adventure Marathon che si corre dal 2003. Tra le iniziative della vigilia anche il Mountain & Trail Running Seminar in cui uno dei relatori sarà Tito Tiberti, team manager della squadra italiana. Lo stesso programma agonistico di quest’anno verrà proposto nel 2020 a Lanzarote, nelle Canarie (Spagna), dal 23 al 25 ottobre. Poi la svolta nel 2021 con i World Mountain and Trail Running Championships, il Mondiale unico che avrà quattro diverse gare: classic (12 km “up and down”) anche per gli under 20, vertical (fino a un chilometro di dislivello), long trail (80 km) e short trail (40 km).

Fonte fidal

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.